Resto al Sud 2.0

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RESTO AL SUD 2.0

Il supporto che conta

Siamo al tuo fianco per costruire un percorso finanziario personalizzato che ti aiuti a far crescere la tua impresa. Ogni servizio è pensato per offrirti il massimo supporto, dalla pianificazione fino all’ottenimento del finanziamento ideale.

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Ti offriamo una consulenza gratuita, costruita su misura per valorizzare la tua idea imprenditoriale. Puoi parlare con noi dove preferisci: in videocall, al telefono o di persona presso il nostro studio. Qualunque sia la modalità, il nostro supporto è sempre completo e mirato al risultato.

CEO & FOUNDER

Gaetano Longobardi

Laureato in Economia e Commercio ed esperto di finanza agevolata con un obiettivo chiaro: accompagnare gli imprenditori verso il successo finanziario. Offro soluzioni personalizzate per aprire le porte ai finanziamenti agevolati, consentendo alle aziende di crescere e prosperare. Il mio approccio unisce un’analisi approfondita con strategie mirate che hanno reso possibile il successo di innumerevoli progetti.

Grazie alle mie consulenze, ho trasformato la finanza agevolata in un trampolino di lancio per imprenditori ambiziosi, garantendo loro il capitale necessario per realizzare i loro sogni imprenditoriali.

Partnership Strategiche

Collaboriamo attivamente con enti pubblici e privati, investitori e istituzioni finanziarie per creare una rete di opportunità che sostenga le imprese e i talenti italiani in ogni regione.

Educazione e Risorse

Offriamo risorse educative, workshop e seminari per equipaggiare gli imprenditori con le conoscenze e gli strumenti necessari per navigare con sicurezza nel panorama dei finanziamenti.

Sviluppo Sostenibile

La sostenibilità è al centro della nostra vision. Supportiamo progetti che promuovono un'innovazione responsabile e uno sviluppo sostenibile, per pratiche aziendali rispettose dell'ambiente e della comunità.

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Ascoltiamo ogni cliente e valutiamo ogni sogno imprenditoriale per offrire soluzioni personalizzate che trasformano visioni in realtà tangibili e misurabili.

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Resto Al Sud 2.0: Il Fondo Perduto Per Le Nuove Imprese 2025

Resto al Sud 2.0 è il bando a fondo perduto dedicato alle nuove imprese 2025, pensato per sostenere la nascita e lo sviluppo dell’imprenditoria nel Sud Italia. L’iniziativa è divenuta operativa con il decreto attuativo pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 agosto 2025, passaggio che rende attivabili le misure previste e ne consolida la certezza normativa per chi intende avviare progetti d’impresa nel 2025. Il programma discende dal D.L. Coesione, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7 maggio 2024, e si configura come un’agevolazione a fondo perduto orientata a favorire investimenti, avvio e crescita di nuove attività nelle regioni meridionali, con un focus specifico su occupazione, radicamento territoriale e rafforzamento competitivo del tessuto produttivo locale.

Il programma – alimentato da 495 milioni di euro tra risorse FESR 2021-2027 e Fondo Sociale Europeo Plus, nel rispetto del regolamento UE 2023/2831 sugli aiuti «de minimis» – punta a rivitalizzare l’economia meridionale sostenendo la creazione di start-up e microimprese. Le agevolazioni si concretizzano attraverso voucher fino a 40.000 euro, elevabili a 50.000 se destinati a innovazione, digitalizzazione o sostenibilità, e contributi a fondo perduto che coprono fino al 75% delle spese ammissibili per investimenti fino a 120.000 euro e fino al 70% per investimenti tra 120.000 e 200.000 euro.

Il bando non si limita a trasferire risorse economiche, ma prevede anche un servizio di tutoring del valore di 5.000 euro, volto a garantire supporto amministrativo, gestionale e commerciale ai beneficiari. Questa combinazione tra contributi finanziari e accompagnamento tecnico rende la misura uno strumento particolarmente efficace per favorire la competitività delle nuove iniziative e stimolare la crescita dell’economia nelle regioni meridionali.

Cosa significa Fondo Perduto?

Il termine fondo perduto indica una forma di aiuto finanziario che non necessita di essere rimborsato. A differenza dei prestiti, che richiedono una restituzione del capitale, i contributi a fondo perduto sono sovvenzioni dirette concesse da entità governative o altre organizzazioni per promuovere attività economiche, sociali, o innovazioni tecnologiche che si ritengono vantaggiose per la collettività.

Resto al Sud 2.0: i requisiti per ottenere l’agevolazione

Il bando Resto al Sud 2.0 è un programma rivolto ai giovani aspiranti imprenditori di età inferiore ai 35 anni residenti nel Mezzogiorno d’Italia. Possono presentare domanda i giovani inoccupati, inattivi o disoccupati, vale a dire coloro che al momento della richiesta non risultano occupati né impegnati in una ricerca attiva di lavoro; sono inoltre ammessi i giovani in condizioni di marginalità, cioè quanti vivono situazioni di svantaggio individuate dal Piano nazionale Giovani, Donne e Lavoro 2021-2027; completano la platea dei beneficiari i disoccupati che partecipano a programmi di politica attiva, come il percorso GOL, finalizzati al recupero o al potenziamento della loro occupabilità.

Sono ammesse sia persone fisiche sia società, incluse cooperative e società tra professionisti, purché il controllo effettivo resti in capo ai beneficiari under 35 per almeno tre anni. Non possono invece accedere coloro che nei sei mesi precedenti hanno cessato un’attività con codice ATECO identico fino alla terza cifra. Altro requisito importante è che l’iniziativa risulti avviata (ad esempio con apertura di partita IVA) ma ancora inattiva al momento della domanda. Inoltre, i beneficiari devono rispettare i vincoli del regime europeo de minimis, che stabilisce i massimali complessivi di aiuti pubblici ricevibili da ciascuna impresa.

RESTO AL SUD 2.0: DISOCCUPATI, INOCCUPATI E INATTIVI

Disoccupati: sono i giovani che hanno presentato la DID (Dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro), non svolgono alcuna attività lavorativa e non hanno una partita IVA attiva; in alternativa, possono svolgere un’attività dalla quale derivi un reddito tale che l’imposta lorda sia pari o inferiore alle detrazioni di cui all’art. 13 del TUIR. Inoltre non devono far parte, come soci o amministratori, di una società iscritta e attiva nel registro delle imprese.

Inoccupati: sono i giovani che non svolgono attività lavorativa, oppure che percepiscono da un’attività lavorativa un reddito annuo inferiore a 8.000 euro se si tratta di lavoro subordinato o parasubordinato, o inferiore a 4.800 euro se si tratta di lavoro autonomo.

Inattivi: sono i giovani che non svolgono attività lavorativa, non hanno partita IVA attiva e non fanno parte, come soci o amministratori, di una società iscritta e attiva nel registro delle imprese.

GOL – Garanzia di occupabilità dei lavoratori: è il programma nazionale, istituito con decreto del 5 novembre 2021, che organizza percorsi di accompagnamento al lavoro, aggiornamento o riqualificazione professionale, anche tramite la profilazione quali-quantitativa effettuata dai centri per l’impiego. Nel bando, costituisce una condizione di accesso autonoma alternativa allo status di inoccupato, inattivo o disoccupato.

Resto al Sud 2.0: come funziona il bando e le agevolazioni disponibili

Le agevolazioni previste dal bando Resto al Sud 2.0 sono progettate per stimolare la creazione di nuove imprese nelle regioni del Mezzogiorno, inclusi i territori colpiti dagli eventi sismici del 2009 e del 2016. Questo programma offre ai giovani imprenditori e professionisti sostegni finanziari significativi sotto forma di voucher e contributi a fondo perduto, adattati per soddisfare le diverse necessità e supportare lo sviluppo di progetti innovativi e sostenibili.

Con il bando Resto al Sud 2.0, aspiranti imprenditori sotto i 35 anni possono accedere a risorse cruciali per trasformare le loro idee in realtà operative, contribuendo così al rilancio economico e alla rivitalizzazione delle comunità locali. Il programma non si limita a fornire capitali, ma agisce come un catalizzatore per l’innovazione e la crescita, mettendo a disposizione strumenti finanziari e consulenziali indispensabili per navigare con successo nel panorama imprenditoriale.

Il contributo a fondo perduto finanzia fino al 75% dei programmi di spesa che non superano i 120.000 euro e copre fino al 70% degli investimenti compresi tra 120.000 e 200.000 euro; si tratta di un aiuto in regime de minimis, finalizzato a ridurre l’esborso iniziale degli aspiranti imprenditori e a favorire l’avvio di attività con sede legale nel Mezzogiorno o nei territori colpiti dai terremoti. Sono ammesse spese per attrezzature, software, consulenze tecnico-specialistiche e ristrutturazioni funzionali, con esclusione di terreni, immobili e costi non strettamente legati all’attività.

Il voucher di avvio, anch’esso in regime de minimis e non soggetto a rimborso, finanzia l’acquisto di beni, servizi e strumentazioni necessari a far partire l’impresa per un importo massimo di 40.000 euro, cifra che sale a 50.000 euro se i beni o i servizi richiesti presentano carattere innovativo, digitale, ambientale o di risparmio energetico.

A completare il sostegno vi è un servizio di tutoring del valore di 5.000 euro, che accompagna i beneficiari nella corretta gestione amministrativa e nella pianificazione gestionale, incrementando le probabilità di successo delle nuove iniziative imprenditoriali.

GLI INCENTIVI SONO CUMULABILI?

È fondamentale sottolineare che, sebbene entrambi i supporti siano vantaggiosi, non sono cumulabili. I beneficiari devono quindi scegliere attentamente tra il Fondo Perduto e il Voucher di Avvio in base alle esigenze specifiche della loro impresa e al tipo di investimento che intendono effettuare. Questa scelta implica una valutazione attenta del loro piano di affari e delle necessità finanziarie immediate e future, garantendo così che ogni euro investito sia diretto nel modo più efficace possibile.

La regolamentazione che prevede la non cumulabilità di questi aiuti è stata istituita per assicurare una gestione equa e trasparente delle risorse pubbliche. Inoltre, tale misura stimola i beneficiari a pianificare con maggiore precisione le loro strategie finanziarie e operative, massimizzando l’efficacia degli incentivi ricevuti e contribuendo più significativamente alla crescita sostenibile delle loro imprese nel contesto economico regionale.

Resto al Sud 2.0: le spese ammissibili e cosa copre l’agevolazione

Le spese finanziabili con il bando Resto al Sud 2.0 sono suddivise in tre categorie principali, ciascuna progettata per rispondere a una fase cruciale dello sviluppo di un’impresa: dalla concezione e pianificazione iniziale, passando per il lancio operativo, fino alla crescita e alla maturazione. Questa strutturazione assicura che ogni fase del percorso imprenditoriale riceva l’attenzione e le risorse necessarie per il successo.

In concreto, rientrano tra le spese ammissibili gli investimenti materiali come attrezzature, macchinari e arredi, gli investimenti immateriali quali software, servizi ICT e marchi, nonché le consulenze tecnico-specialistiche per innovazione, certificazioni ambientali ed energetiche. Nei programmi più strutturati è inoltre consentito includere spese edilizie per ristrutturazioni e manutenzioni straordinarie fino al 50% del progetto, purché strettamente funzionali all’attività. Restano invece escluse voci come terreni, immobili, imposte e costi ricorrenti, a conferma della volontà di concentrare le risorse su ciò che genera valore produttivo.

La prima categoria riguarda gli investimenti materiali e immateriali: rientrano qui l’acquisto di macchinari, attrezzature, licenze software e soluzioni tecnologiche avanzate, ma anche interventi volti a migliorare l’efficienza energetica o a introdurre processi produttivi a basso impatto ambientale. Sono inoltre ammesse opere edili per ristrutturazioni e manutenzioni straordinarie, entro il limite massimo del 50% del programma di investimento, purché strettamente funzionali all’attività. In questa sezione rientrano anche le consulenze tecnico-specialistiche, che non possono superare il 30% delle spese complessive agevolabili, a garanzia di un corretto bilanciamento tra costi di progettazione e dotazione strumentale. L’obiettivo è fornire all’impresa una base solida sin dal primo giorno, riducendo l’esborso iniziale e accelerando il raggiungimento della piena operatività.

La seconda area di spesa è dedicata al tutoraggio personalizzato, un servizio di affiancamento professionale che consente di potenziare le competenze manageriali dell’imprenditore, affinare il business model e implementare strumenti di controllo gestionale. Questo supporto specialistico, erogato da consulenti qualificati e valorizzato fino a 5.000 euro per ciascuna iniziativa, riveste un ruolo cruciale nelle fasi di avvio, poiché riduce il rischio operativo e rafforza la capacità di governare il progetto in coerenza con gli standard richiesti da Invitalia.

Completa l’architettura delle agevolazioni la voce relativa alla formazione e all’accompagnamento alla progettazione preliminare, prevista in coerenza con il Programma nazionale Giovani, Donne e Lavoro 2021-2027 e con il percorso GOL. Grazie a percorsi didattici mirati, l’imprenditore acquisisce competenze tecniche e gestionali indispensabili per impostare correttamente le procedure amministrative, redigere documentazione conforme e governare la crescita in modo strutturato.

Resto al Sud 2.0: tempistiche di spesa e rendicontazione

Un aspetto cruciale del bando Resto al Sud 2.0 riguarda il rispetto delle tempistiche di spesa e di rendicontazione, pensate per garantire un utilizzo rapido ed efficace delle risorse pubbliche. Per i progetti finanziati tramite voucher, le spese devono essere sostenute entro 9 mesi dalla data di ammissione alle agevolazioni, con la possibilità di un’unica proroga che estende il termine massimo a 12 mesi. Questa finestra temporale ridotta è stata studiata per favorire l’immediata messa in opera dell’iniziativa e accelerarne l’ingresso sul mercato.

Per i programmi di investimento più strutturati, invece, i tempi si allungano: i beneficiari devono completare e pagare le spese ammissibili entro 16 mesi, con una proroga possibile fino a 20 mesi. Questa maggiore elasticità tiene conto della complessità dei progetti che prevedono opere edilizie, forniture articolate o attività di prototipazione e certificazione, e consente una pianificazione più realistica dei lavori.

A sostegno del fabbisogno finanziario tipico delle start-up, il bando prevede la possibilità di richiedere un anticipo sul contributo attraverso uno stato di avanzamento lavori (SAL), presentabile già dopo tre mesi, a condizione che siano state effettuate spese per almeno il 30% e non oltre il 70% dell’importo complessivo. Questo meccanismo consente di alleggerire la pressione sul capitale circolante, garantendo liquidità durante le fasi più delicate dell’avvio.

La fase conclusiva si chiude con la richiesta di saldo finale, da presentare entro tre mesi dall’ultimo pagamento del titolo di spesa. L’erogazione, subordinata ai controlli documentali e, se necessario, ispettivi, avviene in un massimo di 80 giorni, assicurando così tempi certi e una gestione finanziaria trasparente.

Resto al Sud 2.0: Come presentare la domanda

Il processo per presentare domanda di accesso al programma Resto al Sud 2.0 è attentamente progettato per garantire trasparenza e accessibilità, assicurando che ogni potenziale beneficiario abbia le informazioni e gli strumenti necessari per presentare una candidatura efficace e ben informata. 

Il programma mira a eliminare ostacoli burocratici e a semplificare i passaggi richiesti, rendendo il processo il più fluido e diretto possibile. L’obiettivo è quello di incoraggiare un numero maggiore di giovani imprenditori e professionisti a prendere iniziative, sostenendo la loro crescita professionale e contribuendo allo sviluppo economico delle regioni del sud Italia.

Preparazione della Documentazione

  • Prima dell’apertura ufficiale delle candidature, è fondamentale informarsi sulle specifiche del bando e sui criteri di ammissibilità. Assicurati di avere a disposizione tutta la documentazione necessaria, che potrebbe includere piani d’impresa, prove di idoneità e dettagli finanziari. In questa fase riveste un ruolo centrale la redazione del Business Plan, che costituisce il cuore della proposta progettuale e rappresenta lo strumento attraverso cui dimostrare la sostenibilità dell’idea imprenditoriale sia sul piano operativo che su quello economico-finanziario.

Presentazione della Domanda

  • Il processo di richiesta sarà gestito interamente tramite Invitalia. Le modalità esatte di candidatura, incluse le tempistiche e i canali attraverso i quali inviare le domande, saranno comunicate attraverso il sito ufficiale di Invitalia e altri canali governativi dopo l’emanazione del decreto attuativo. Una volta presentata, la domanda potrà prevedere un momento di interlocuzione diretta con gli esperti di Invitalia, noto come Colloquio di Valutazione, durante il quale sarà possibile approfondire aspetti progettuali, motivazionali e tecnici legati all’iniziativa proposta.

Valutazione e Approvazione

  • Dopo la presentazione, le domande passano attraverso un processo di valutazione dove saranno esaminate in base ai criteri specificati nel bando. Questo processo può includere valutazioni sia documentali che interviste o presentazioni progettuali. Invitalia potrebbe richiedere documentazione aggiuntiva o chiarimenti durante questa fase, spesso collegati proprio agli elementi emersi in sede di Colloquio di Valutazione, con particolare attenzione alla coerenza del Business Plan e alla capacità del team proponente di attuare quanto previsto.

Erogazione dei Fondi

  • Una volta approvata, l’erogazione dei fondi avviene secondo i termini stabiliti nel decreto. I beneficiari saranno guidati attraverso le procedure per l’accesso ai fondi, che possono essere distribuiti in tranche o in un unico pagamento, a seconda della natura del progetto e delle specifiche disposizioni del programma.

Rendicontazione

  • I beneficiari degli incentivi saranno soggetti a un monitoraggio per verificare la corretta realizzazione delle attività finanziate. Sarà necessario presentare report periodici sull’avanzamento e sull’utilizzo dei fondi ricevuti, secondo una procedura definita di Rendicontazione, che prevede la produzione di documentazione giustificativa, la compilazione dei SAL (Stati di Avanzamento Lavori) e sopralluoghi per accertare l’effettiva realizzazione degli investimenti previsti.

Resto al Sud 2.0: consulenza gratuita

La consulenza gratuita per il bando Resto al Sud 2.0 non è un semplice servizio di orientamento, ma una leva strategica che può determinare la differenza tra un’idea lasciata nel cassetto e una vera impresa competitiva. Gli incentivi previsti dal programma sono potenti e generosi, ma il processo per accedervi è complesso, ricco di requisiti formali e scadenze che non lasciano spazio a errori. Una domanda incompleta o mal impostata può compromettere l’intero percorso, facendo perdere un’occasione irripetibile di finanziamento a fondo perduto.

Ecco perché affidarsi a un team di esperti significa giocare d’anticipo: la consulenza ti guida passo dopo passo, dalla verifica dei requisiti fino alla definizione del piano di spesa, passando per la compilazione della documentazione sul portale Invitalia, l’uso dello SPID o della firma digitale, la predisposizione del business plan e la corretta pianificazione dei titoli di spesa. Con questo supporto, non solo aumenti le tue possibilità di ottenere il contributo, ma ti assicuri anche di gestire al meglio voucher e contributi a fondo perduto che possono coprire fino al 75% degli investimenti, oltre al pacchetto di tutoring obbligatorio che accompagna l’impresa nelle sue prime fasi.

Approfittare della consulenza gratuita per Resto al Sud 2.0 significa non affrontare da solo le complessità burocratiche, ma trasformarle in un vantaggio competitivo. Con un supporto mirato e professionale, ogni fase del progetto diventa più rapida, sicura ed efficace. Non lasciare che l’incertezza ti fermi: cogli questa opportunità, accelera il percorso e trasforma la tua idea in realtà imprenditoriale con il massimo supporto possibile.

Hai domande? Noi abbiamo le risposte!

Sappiamo che il processo per ottenere finanziamenti può generare domande. Qui trovi le risposte alle richieste più comuni. Se hai ancora dubbi, non esitare a contattarci!

L’incentivo è destinato ai giovani con meno di trentacinque anni che intendono avviare un’attività nel Mezzogiorno o nei territori del cratere sismico 2009-2016; rientrano, in particolare, i soggetti inoccupati, inattivi o disoccupati da almeno dodici mesi, coloro che vivono condizioni di marginalità definite dal Piano nazionale Giovani, Donne e Lavoro 2021-2027 e i beneficiari di programmi di politica attiva come il GOL; sono ammesse sia iniziative individuali sia quelle in forma societaria, purché il controllo rimanga in capo ai destinatari dell’aiuto

Il pacchetto agevolativo prevede due strumenti alternativi. Il primo è un voucher di avvio fino a 40.000 euro (elevabile a 50.000 euro se l’investimento è innovativo, digitale o “green”). Il secondo è un contributo a fondo perduto che copre il 75 per cento dei programmi di spesa fino a 120.000 euro e il 70 per cento degli investimenti compresi tra 120.000 e 200.000 euro

Il voucher è pensato per coprire integralmente i primi acquisti di macchinari, software, piattaforme digitali, arredi nuovi e consulenze tecnico‑specialistiche fornite da enti del Terzo Settore, purché queste ultime non superino il 30 % del valore del voucher; il testo identifica con precisione le voci ammissibili e ne impone la rendicontazione entro 9 mesi, prorogabili una sola volta fino a 12 mesi

Questo strumento finanzia progetti “organici e funzionali” di importo fino a 200 000 euro, coprendone il 75 % quando il budget non supera 120 000 euro e il 70 % nella fascia successiva; a differenza del voucher, consente anche spese edilizie di ristrutturazione fino al 50 % del programma, ampliando la tipologia di costi agevolabili.

Il voucher risulta ideale quando l’impresa necessita di un investimento contenuto – sotto 40/50.000 euro – e non dispone di mezzi propri o di garanzie bancarie, perché copre il 100 % della spesa e viene erogato in due tranche, la prima delle quali può arrivare già con fatture non quietanzate per semplificare il flusso di cassa

Oltre ai macchinari, ai software e alle immobilizzazioni immateriali già visti per il voucher, il contributo percentuale autorizza opere edili di ristrutturazione e manutenzione straordinaria fino alla metà dell’investimento totale, una voce esplicitamente esclusa dal voucher; entrambe le linee vietano l’acquisto di terreni, immobili e consulenze meramente amministrative o legali

Per coprire il 25 o il 30 % residuo il decreto non pone vincoli sulla provenienza: sono ammessi conferimenti dei soci, microcredito, finanziamenti bancari – eventualmente garantiti dal Fondo 662/96 – o risorse derivanti dalla liquidazione in capitale unico della NASpI per i disoccupati GOL, purché ogni apporto sia tracciato e confluisca nella rendicontazione finale.

Il decreto non impone una provenienza specifica dei fondi residuali: la parte non coperta dal contributo può essere colmata con risorse personali, prestiti bancari (anche assistiti da garanzia pubblica) o l’ingresso di soci di capitale, a condizione che tali apporti siano tracciati e confluiscano nella rendicontazione complessiva del progetto

L’articolo 20 prevede che ogni iniziativa economica presenti una sola domanda di agevolazione e che eventuali richieste successive vengano annullate d’ufficio; di conseguenza, l’impresa deve optare per la forma più adatta al proprio piano, senza la possibilità di sommare le due linee sul medesimo investimento

La griglia di valutazione è identica ma il contributo percentuale comporta una verifica più approfondita sul piano economico‑finanziario, in particolare sulla copertura della quota privata e sulla sostenibilità dei flussi di cassa, elementi che nel voucher hanno peso minore perché l’investimento è già integralmente finanziato dallo Stato

La candidatura si inoltra esclusivamente online sulla piattaforma di Invitalia: è necessario disporre di un’identità digitale (SPID, CNS o CIE), di una PEC e di firma digitale. All’interno dell’area riservata si caricano la domanda, il business plan e gli allegati tecnici richiesti. Al termine dell’invio il sistema rilascia il protocollo elettronico che dà evidenza formale del deposito

Il bando ammette tre macro-voci: investimenti in beni materiali e immateriali (macchinari, attrezzature, software, soluzioni per efficienza energetica), servizi di tutoraggio finalizzati a rafforzare le competenze manageriali e percorsi di formazione e accompagnamento alla progettazione preliminare coerenti con il Programma nazionale Giovani, Donne e Lavoro e con il GOL

I tempi variano in base al tipo di contributo. Per i voucher (spese più semplici), il beneficiario ha 9 mesi dalla concessione, prorogabili una sola volta fino a 12 mesi. Per i programmi di investimento organici (più complessi), i tempi si estendono a 16 mesi, prorogabili fino a 20 mesi. Il primo SAL (Stato Avanzamento Lavori) può essere richiesto dopo 3 mesi dalla concessione, con spese tra il 30% e 70% del totale. La richiesta di saldo deve essere presentata entro 3 mesi dall’ultimo pagamento.

Trascorsi tre mesi dal provvedimento di concessione è consentito domandare il SAL presentando titoli di spesa compresi fra il 30 e il 70 % dell’investimento; per la misura Resto al Sud 2.0 sono ammessi anche documenti non quietanzati, consentendo di anticipare l’erogazione rispetto al pagamento effettivo

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