Chi intende avviare un’attività nel settore dell’ospitalità nel Mezzogiorno si trova spesso di fronte a un primo interrogativo fondamentale: quale forma scegliere tra casa vacanza, affittacamere e bed & breakfast? Sebbene all’apparenza le tre opzioni possano sembrare simili, ognuna di esse presenta differenze sostanziali in termini normativi, gestionali e fiscali, e ciò incide direttamente sulla strategia imprenditoriale da adottare.
Capire queste differenze è essenziale non solo per posizionarsi correttamente sul mercato, ma anche per scegliere con precisione la forma più compatibile con le misure di finanza agevolata disponibili, come il Bando Resto al Sud, oggi potenziato con il nuovo Resto al Sud 2.0. In questo scenario, la consapevolezza giuridica e operativa diventa una leva competitiva decisiva, in grado di guidare con metodo le scelte iniziali e determinare l’efficacia del piano d’impresa.
Casa vacanza: gestione libera, ma senza servizi
La casa vacanza è, tra le tre soluzioni, quella che si avvicina di più a una gestione immobiliare flessibile e orientata all’autonomia dell’ospite. Si tratta infatti di un appartamento arredato e dotato di cucina, che viene affittato per periodi brevi, medi o lunghi, senza l’erogazione di servizi di tipo alberghiero.
A differenza di un B&B o di un affittacamere, la casa vacanza non richiede necessariamente la presenza del titolare, né impone vincoli legati alla residenza. È un’attività esercitabile in forma imprenditoriale o non imprenditoriale, a seconda della frequenza e del numero di immobili gestiti, e consente una certa autonomia nella personalizzazione dell’offerta.
Dal punto di vista fiscale e burocratico, la casa vacanza presenta una soglia d’ingresso relativamente bassa. Tuttavia, è essenziale comprendere che non possono essere forniti servizi continuativi di somministrazione, pulizia quotidiana o reception. Questo incide sulla tipologia di clientela e sul posizionamento dell’attività, rendendola più adatta a chi punta su soggiorni medio-lunghi o target indipendenti.
Per quanto riguarda il Bando Resto al Sud, la casa vacanza è perfettamente compatibile con la misura, a patto che venga configurata come attività imprenditoriale vera e propria. In questo caso, le spese di ristrutturazione, arredamento, impianti, digitalizzazione e promozione rientrano tra quelle ammissibili, esattamente come per le altre strutture ricettive.
Affittacamere: struttura ibrida con gestione più professionale
L’affittacamere rappresenta una formula intermedia tra la casa vacanza e l’albergo, caratterizzata da una gestione strutturata ma ancora contenuta nelle dimensioni. Secondo la normativa italiana, si tratta di un’attività che prevede l’offerta di alloggio in una o più camere all’interno di un’unica unità abitativa, fino a un massimo di sei stanze e venti posti letto, con possibilità di offrire servizi accessori come la prima colazione, la pulizia quotidiana, il cambio biancheria e, in alcuni casi, l’uso della cucina.
A differenza della casa vacanza, l’affittacamere prevede una presenza attiva del gestore e l’offerta di servizi minimi giornalieri, che ne fanno una forma più strutturata di ospitalità, anche dal punto di vista fiscale. Infatti, è considerata a tutti gli effetti un’attività d’impresa, con obbligo di apertura della Partita IVA e iscrizione alla Camera di Commercio.
Dal punto di vista imprenditoriale, si tratta di una scelta adatta a chi vuole operare in modo continuativo e professionale, intercettando un pubblico più ampio e turistico. L’affittacamere può essere gestito sia da chi risiede nello stesso immobile, sia in forma esterna, con la possibilità di impiegare collaboratori, promuoversi sulle OTA e costruire una brand identity coerente.
Anche in questo caso, il Resto al Sud 2.0 rappresenta una leva fondamentale per sostenere l’investimento iniziale. Sono ammesse le spese per ristrutturazioni, arredi, impianti di sicurezza, dotazioni tecnologiche, software gestionali e promozione turistica, oltre a un contributo specifico per le spese di gestione nel primo anno.
B&B: ospitalità familiare con vincolo di residenza
Il bed & breakfast è probabilmente la formula più conosciuta e romantica tra le tre, ma anche quella con maggiori vincoli normativi, soprattutto se esercitata in forma non imprenditoriale. Il B&B si basa sull’accoglienza all’interno della propria abitazione principale, dove il titolare offre alloggio e colazione, mantenendo un rapporto diretto e familiare con gli ospiti.
Questa configurazione impone che il gestore risieda stabilmente all’interno della struttura, che il numero delle camere sia contenuto e che non vengano offerti servizi tipici dell’hotellerie, se non accessori. In molte Regioni, inoltre, la gestione non imprenditoriale limita il numero di giorni di apertura all’anno, rendendola più adatta a chi vuole integrare un reddito e non sviluppare un’attività in senso pieno.
Tuttavia, è possibile avviare un B&B in forma imprenditoriale, superando i limiti imposti dal modello familiare e accedendo così a tutte le misure pubbliche disponibili. In questa configurazione, il B&B può essere incluso nel Bando Resto al Sud come impresa turistica, a condizione che l’impianto progettuale sia solido, conforme alle normative regionali e sostenibile nel medio-lungo periodo.
Questa è la strada seguita con successo da numerosi giovani imprenditori che, con il nostro supporto, hanno trasformato la propria passione per l’ospitalità in un progetto reale, professionale e finanziato a fondo perduto.
Una scelta che parte dalla strategia: quale forma conviene davvero?
Non esiste una soluzione universalmente migliore tra casa vacanza, affittacamere e B&B: tutto dipende dalla visione d’impresa, dal contesto territoriale, dal target e dagli obiettivi economici. Chi punta su un’attività flessibile, autonoma e più orientata alla gestione immobiliare, può trovare nella casa vacanza la formula più coerente. Chi vuole crescere nel settore turistico con una struttura agile ma professionale, può orientarsi verso l’affittacamere. Chi desidera offrire un’esperienza intima, personale e di prossimità può abbracciare l’identità del B&B, soprattutto se disposto a risiedere nella struttura.
Quel che conta davvero, al di là della scelta, è progettare con metodo, costruire un piano credibile e conoscere con precisione le opportunità pubbliche disponibili, come il finanziamento Resto al Sud 2.0, che continua a essere uno degli strumenti più efficaci per avviare un’attività ricettiva nel Mezzogiorno senza capitale proprio iniziale.