Nel mercato dell’ospitalità extralberghiera, l’affittacamere rappresenta una delle forme più versatili e professionali per avviare un’attività ricettiva. È una scelta sempre più apprezzata da chi desidera un modello imprenditoriale solido, capace di coniugare semplicità gestionale, possibilità di crescita e compatibilità con le principali misure di finanza agevolata pubblica. In particolare, nel contesto del Mezzogiorno, aprire un affittacamere può oggi essere realizzato senza capitale iniziale, sfruttando appieno i vantaggi del finanziamento Resto al Sud, potenziato nella sua ultima versione con il Resto al Sud 2.0.
In questo articolo approfondiamo non solo come funziona il finanziamento, ma anche quali sono i requisiti normativi essenziali, le spese ammissibili, le condizioni per essere considerati imprenditori a tutti gli effetti, e lo facciamo raccontando la storia di Michela, una giovane imprenditrice che ha trasformato un’idea in un’attività ricettiva reale e ben posizionata, con il nostro affiancamento professionale.
Affittacamere: definizione e quadro normativo di riferimento
L’attività di affittacamere, disciplinata in via generale dalla Legge Quadro sul Turismo (L. 135/2001) e poi normata nel dettaglio dalle singole Regioni, consiste nell’offrire alloggio e servizi accessori in non più di sei camere all’interno di una o più unità immobiliari, con un limite massimo di venti posti letto. Le camere devono essere situate nello stesso stabile o in edifici contigui e possono essere dotate di bagno privato o condiviso, a seconda del livello di servizio.
È un’attività che si colloca a metà tra il B&B e la struttura alberghiera, ma con una gestione prevalentemente imprenditoriale, il che implica l’obbligo di apertura della Partita IVA, l’iscrizione alla Camera di Commercio e l’osservanza delle normative in materia di sicurezza, igiene, prevenzione incendi e rispetto della normativa edilizia e urbanistica.
In molte regioni, come la Campania, la Sicilia, la Puglia o la Calabria, l’autorizzazione all’apertura è subordinata alla SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) da presentare presso il SUAP del Comune, corredata di planimetria, relazione tecnica, certificazioni di conformità impiantistica e dichiarazione antimafia. È inoltre obbligatorio iscriversi al portale regionale per la comunicazione dei flussi turistici e adeguarsi al regolamento sull’imposta di soggiorno.
Come funziona il finanziamento Resto al Sud per un affittacamere
Il Bando Resto al Sud consente di finanziare integralmente l’apertura di un affittacamere con una formula strutturata e vantaggiosa. Il contributo è destinato a giovani tra i 18 e i 55 anni che intendono avviare una nuova attività nel Mezzogiorno, nelle aree del cratere sismico del Centro Italia o nelle isole minori del Centro-Nord.
Il sostegno finanziario prevede:
- 50% a fondo perduto, erogato da Invitalia e non soggetto a restituzione
- 50% sotto forma di prestito bancario a tasso zero, con restituzione in 8 anni e 2 anni di preammortamento, durante i quali non si paga nulla
- un contributo aggiuntivo a fondo perduto per la gestione, pari a €15.000 per le ditte individuali o fino a €40.000 per le società
Questo significa che anche un’impresa individuale può ottenere fino a €75.000 complessivi, completamente dedicati alla ristrutturazione, all’arredo, alle attrezzature, alla digitalizzazione e alla gestione operativa dei primi mesi.
Spese ammissibili e requisiti funzionali dell’attività
Tra le spese che è possibile inserire nel piano di investimento troviamo le opere di ristrutturazione dell’immobile (fino al 30% del programma di spesa), l’acquisto di arredi per camere e ambienti comuni, impianti di climatizzazione, illuminazione, sicurezza e accesso, oltre ai software gestionali, alla realizzazione del sito web, alla presenza su piattaforme OTA e ai sistemi digitali per la prenotazione.
Possono essere finanziati anche affitti, utenze, leasing di attrezzature, assicurazioni e spese per sanificazione, fino a un massimo del 20% del budget. Sono escluse invece le spese per personale dipendente, consulenze professionali e progettazione, perché la misura punta sull’autogestione diretta del progetto.
Per quanto riguarda i requisiti minimi, le camere devono avere dimensioni adeguate secondo i regolamenti edilizi locali, essere dotate di aerazione naturale, arredi base, servizi igienici conformi e, quando previsto, garantire l’accessibilità a persone con disabilità. In alcune regioni è obbligatorio offrire anche la pulizia giornaliera e il cambio settimanale della biancheria.
Il caso di Michela: da idea a struttura ricettiva con supporto pubblico
Michela, trentenne con un passato nel settore del turismo culturale, ha sempre sognato di offrire un’ospitalità discreta, curata e professionale. Dopo aver maturato esperienza in ambito alberghiero e conoscendo bene le dinamiche dei flussi turistici, ha deciso di mettersi in proprio, puntando su un affittacamere con uno stile sobrio e familiare, ma gestito in modo digitale e moderno.
Con il nostro supporto ha costruito un progetto dettagliato, in linea con i regolamenti regionali, e ha presentato un piano economico sostenibile, integrato da una strategia promozionale mirata. Il progetto ha ottenuto €75.000 di finanziamento complessivo, di cui €60.000 per ristrutturazione, arredi e impianti, e €15.000 come contributo a fondo perduto per la gestione iniziale.
Oggi la struttura di Michela è pienamente operativa, con prenotazioni costanti e una clientela fidelizzata. Il suo affittacamere si distingue per l’attenzione ai dettagli, la gestione trasparente e l’utilizzo intelligente degli strumenti digitali. Un progetto nato con metodo e sostenuto da uno strumento pubblico pensato proprio per valorizzare il potenziale di giovani imprenditori del Sud.
Perché scegliere l’affittacamere come modello imprenditoriale oggi
Aprire un affittacamere rappresenta oggi una delle forme più efficaci per entrare nel settore dell’ospitalità in modo professionale, con un investimento ragionevole e margini operativi chiari. È una formula che consente di gestire la propria struttura con flessibilità, senza i vincoli familiari del B&B né la rigidità alberghiera, ma con tutte le prerogative di un’attività moderna e competitiva.
Il Bando Resto al Sud 2.0 rende possibile trasformare un immobile, una passione o un’esperienza nel turismo in un’impresa reale, sostenibile e scalabile. Con la giusta assistenza, una visione coerente e la volontà di creare valore, oggi è davvero possibile entrare nel mercato dell’ospitalità con solide basi finanziarie e normative.