Dal 1° aprile 2025 è ufficialmente in vigore la nuova classificazione delle attività economiche elaborata dall’ISTAT: la codifica ATECO 2025 sostituisce integralmente la precedente versione ATECO 2007 (nella sua revisione ATECO 2022) e diventa il nuovo riferimento normativo per il Registro delle Imprese, per l’apertura delle partite IVA e soprattutto per la gestione delle pratiche legate agli incentivi pubblici. Anche la piattaforma Invitalia, come confermato dalla comunicazione ufficiale, ha adeguato i propri sistemi: tutte le domande per misure come Resto al Sud 2.0, Smart&Start Italia, ON – Oltre Nuove Imprese a Tasso Zero e molte altre, devono ora essere compilate secondo i nuovi codici.
Ma cosa cambia in concreto? Qual è il reale impatto per imprenditori, consulenti e professionisti? In questo approfondimento analizziamo i punti essenziali da conoscere, i rischi in caso di errore e le opportunità strategiche da cogliere nel nuovo scenario tracciato da ATECO 2025.
Perché è stato necessario aggiornare i codici ATECO
La classificazione ATECO (Attività Economiche) è lo strumento con cui l’ISTAT rappresenta l’intero sistema produttivo nazionale, organizzandolo in sezioni, divisioni, gruppi, classi e categorie. Ogni codice identifica in modo univoco il tipo di attività svolta da un’impresa o da un professionista. La precedente struttura ATECO 2007, aggiornata parzialmente con revisioni nel 2022, risultava non più allineata ai cambiamenti strutturali dell’economia reale: digitalizzazione, nuove professioni, innovazione green, transizione energetica e trasformazioni sociali avevano generato interi segmenti di mercato privi di adeguata classificazione.
Con l’arrivo di ATECO 2025, il sistema viene quindi ristrutturato alla radice, introducendo nuove voci, aggiornando definizioni obsolete, ridefinendo ambiti e attività ibride, sempre più diffuse soprattutto nei settori digitali e dell’economia dei servizi. La nuova codifica non è solo un aggiornamento terminologico: cambia la base su cui si fondano tutti gli incroci tra fisco, lavoro, finanza e autorizzazioni pubbliche.
Invitalia si adegua: cosa significa per Resto al Sud e altri bandi
Dal 1° aprile, tutti i portali Invitalia hanno integrato il nuovo standard ATECO 2025. Questo significa che chi presenta domanda a partire da questa data dovrà scegliere il codice dell’attività secondo la nuova classificazione. Non è più possibile fare riferimento ai codici 2007/2022, nemmeno per analogia. Il sistema informatico riconosce solo i nuovi riferimenti e lo stesso vale per gli strumenti di verifica automatica della coerenza tra attività, spese e ammissibilità.
Nel caso di bandi come Resto al Sud 2.0, questo aggiornamento incide direttamente su:
- l’identificazione dell’attività oggetto del finanziamento, sia per nuove imprese che per professionisti;
- l’analisi dell’ammissibilità del codice ATECO rispetto ai settori finanziabili o esclusi;
- la costruzione del business plan, che ora deve essere coerente con una descrizione aggiornata dell’attività secondo i nuovi standard;
- la coerenza con l’inquadramento fiscale, previdenziale e amministrativo dell’attività stessa.
Un errore nella scelta del codice – ad esempio una mancata corrispondenza tra codice selezionato, descrizione dell’attività e contenuto del piano economico – può compromettere la valutazione e portare al rigetto della domanda.
Quali sono i settori più impattati dalla transizione ai codici ATECO 2025
I cambiamenti più rilevanti della classificazione ATECO 2025 riguardano:
- le attività digitali, con una ridefinizione completa delle voci legate a creazione di contenuti online, gestione piattaforme, servizi in cloud, intelligenza artificiale, consulenza IT evoluta;
- l’economia verde e i servizi ambientali, dove le vecchie voci generiche sono state suddivise in nuove categorie per energia rinnovabile, mobilità elettrica, economia circolare, certificazione ambientale;
- le attività culturali, ricreative e di intrattenimento, con l’introduzione di codici specifici per podcast, eventi esperienziali, realtà immersive e produzioni audiovisive ibride;
- il mondo della formazione e del coaching, che ora viene trattato con maggiore precisione, distinguendo i percorsi formali da quelli micro-professionali, blended e orientati alle soft skill.
Per chi opera in questi ambiti, una revisione strategica del proprio codice ATECO diventa fondamentale. Anche per attività già avviate, sarà necessario verificare – in fase di aggiornamento presso il Registro Imprese o l’Agenzia delle Entrate – se il vecchio codice è ancora valido o se va sostituito con uno nuovo, più aderente all’effettiva attività svolta.
Cosa devono fare ora imprese e professionisti: attenzione alla coerenza tra codice, attività e agevolazione
Il passaggio ad ATECO 2025 non è solo un aggiornamento formale. Per chi lavora con la finanza agevolata – sia come richiedente che come consulente – è oggi indispensabile:
- conoscere la nuova struttura classificatoria, con l’elenco completo dei nuovi codici (consultabile sul sito dell’ISTAT);
- verificare la piena coerenza tra codice scelto, descrizione dell’attività, documentazione progettuale e business plan;
- adattare modelli di piano economico, tabelle di spesa e contenuti delle domande alla nuova codifica, evitando riferimenti obsoleti;
- consultare con attenzione i nuovi elenchi delle attività ammissibili bando per bando, poiché anche i criteri di esclusione o limitazione saranno presto aggiornati.
Infine, chi ha già presentato una domanda con la vecchia classificazione non deve preoccuparsi: le domande protocollate prima del 1° aprile 2025 continuano a essere valutate sulla base dell’ATECO 2022, ma da quel momento in poi ogni nuova domanda dovrà adeguarsi.
ATECO 2025: una nuova mappa per orientarsi nel sistema degli incentivi
In sintesi, ATECO 2025 non è solo una nuova nomenclatura. È una nuova infrastruttura interpretativa per tutta l’economia italiana. Chi vuole accedere a Resto al Sud, ON, Smart&Start, Contratti di Sviluppo o a qualunque bando che preveda un codice ATECO dichiarato, dovrà imparare a leggere la nuova classificazione e usarla con precisione. Un codice sbagliato, o scelto con superficialità, oggi può costare un rigetto. Al contrario, una selezione accurata, supportata da coerenza documentale e visione strategica, può rappresentare un vantaggio competitivo.
Se stai preparando una domanda di incentivo o se vuoi verificare la correttezza della tua posizione ATECO, rivolgiti a professionisti esperti in finanza agevolata e aggiornati sulle nuove classificazioni. Perché un codice, oggi, può decidere il futuro della tua impresa.