Quando parte il bando Resto al Sud 2.0? La risposta è arrivata: decreto firmato, ecco le novità e cosa fare ora

Quando parte Resto al Sud 2.0

Guida alla Lettura

“Quando parte il bando Resto al Sud?” Questa è la domanda che ha tormentato giovani imprenditori e aspiranti tali ormai da 1 anno. Un’attesa carica di speranze, progetti messi in pausa e idee chiuse in un cassetto, che finalmente oggi trova una risposta concreta e ufficiale. La lunga attesa è terminata: con la firma del decreto attuativo, l’iniziativa per l’autoimpiego, che possiamo definire a tutti gli effetti come l’evoluzione “Resto al Sud 2.0“, diventa realtà operativa. Questo passaggio fondamentale, discendente diretto del “Decreto Coesione” (D.L. 60/2024), sblocca le risorse e definisce le regole per dare il via a una nuova, grande stagione di opportunità. Ora non è più il momento di chiedere “quando”, ma di capire “come”, per trasformare un’idea in un’impresa di successo.

Il decreto attuativo è stato firmato: cosa cambia ora

Dopo mesi di aspettative e progetti rimandati, quando parte Resto al Sud 2.0 non è più una domanda senza risposta: il Ministro del Lavoro Marina Calderone, insieme ai ministri Tommaso Foti e Giancarlo Giorgetti, ha firmato il decreto attuativo che dà concreta attuazione agli incentivi per autoimpiego, lavoro autonomo e professionale previsti dagli articoli 17 e 19 del Decreto Coesione. Questo passaggio fondamentale sblocca finalmente le risorse tanto attese da giovani imprenditori e aspiranti tali.

Il provvedimento mobilita la considerevole cifra di 800 milioni di euro e rappresenta un investimento strategico senza precedenti per stimolare l’imprenditorialità giovanile e contrastare la disoccupazione nelle aree più fragili del Paese. L’iniziativa si configura come un vero e proprio cambio di paradigma: non più assistenza passiva, ma empowerment attivo per chi ha la visione e la determinazione per creare valore.

Quando parte Resto al Sud 2.0: due strategie per tutto il territorio

Il decreto introduce due strumenti distinti ma perfettamente complementari che coprono l’intero territorio nazionale. “Autoimpiego Centro Nord Italia” si rivolge alle regioni settentrionali e centrali offrendo voucher fino a 30.000 euro per l’avvio dell’attività, che salgono a 40.000 euro per investimenti in tecnologie innovative, sostenibilità ambientale o risparmio energetico. Per programmi di investimento più ambiziosi, sono previsti contributi a fondo perduto che possono coprire fino al 65% delle spese per progetti sotto i 120.000 euro e fino al 60% per quelli compresi tra 120.000 e 200.000 euro.

“Resto al Sud 2.0” è invece dedicato alle regioni del Mezzogiorno e alle aree del cratere sismico del Centro Italia, con un approccio ancora più generoso che riflette la particolare attenzione verso queste aree. I voucher di avvio arrivano fino a 40.000 euro, estesi a 50.000 euro per acquisti innovativi e tecnologici, mentre i contributi a fondo perduto raggiungono il 75% per programmi fino a 120.000 euro e il 70% per quelli tra 120.000 e 200.000 euro. Questa differenziazione territoriale testimonia la volontà di colmare il divario economico tra Nord e Sud Italia.

I protagonisti della rinascita imprenditoriale

La platea dei beneficiari è stata concepita con un approccio inclusivo e strategico, focalizzandosi principalmente sui giovani sotto i 35 anni in condizioni di disoccupazione, inattività o fragilità sociale. L’attenzione particolare è rivolta ai NEET, quella vasta popolazione giovanile che rappresenta un potenziale enorme spesso inespresso, ma anche alle donne considerate asse strategico per lo sviluppo e ai disoccupati di lunga durata che non trovano impiego da oltre 12 mesi. Per chi si chiede quando parte Resto al Sud 2.0, la risposta è che l’iter è già iniziato con la firma del decreto.

L’iniziativa abbraccia inoltre i destinatari del programma GOL (Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori) e i percettori di ammortizzatori sociali o dell’Assegno di Inclusione, dimostrando come l’obiettivo sia quello di trasformare situazioni di difficoltà in opportunità concrete di rilancio professionale e personale. Nella relazione tecnica al decreto Coesione è stimata una platea di 15.000 destinatari, di cui oltre il 65% al Sud, con un contributo a fondo perduto medio di 40.000 euro.

Resto al Sud 2.0: quando parte e come funziona l’ecosistema di supporto

Le misure trascendono la logica del semplice finanziamento, configurandosi come un vero e proprio ecosistema di supporto che accompagna l’aspirante imprenditore in ogni fase del percorso. I servizi includono percorsi formativi personalizzati e tutoraggio per rafforzare le competenze manageriali e imprenditoriali, realizzati in collaborazione con l’Ente Nazionale per il Microcredito, oltre al supporto nella fase cruciale di progettazione preliminare e sviluppo del business plan.

L’approccio integrato prevede anche un monitoraggio costante e assistenza continuativa durante tutto il percorso imprenditoriale, massimizzando così le probabilità di successo dell’iniziativa. Come ha sottolineato il Ministro Calderone, si tratta di “un’azione di sistema per aumentare la partecipazione al mondo del lavoro dei nostri giovani, promuovere buone idee d’impresa e accompagnare le nuove iniziative attraverso la formazione, il tutoraggio e l’accesso ad un contributo per l’avviamento delle attività”.

I prossimi passi verso l’operatività

Il decreto, pur essendo stato firmato, deve ora superare il vaglio degli organi di controllo prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, passaggio fondamentale che sbloccherà definitivamente l’operatività delle misure. Per chi attende di sapere quando parte Resto al Sud 2.0 operativamente, la risposta dipenderà dalla conclusione di questo iter burocratico, dopo il quale verranno definite le modalità operative concrete per la presentazione delle domande, con Invitalia che assumerà il ruolo di soggetto attuatore delle iniziative.

Una volta pubblicato il decreto, Invitalia definirà le procedure di candidatura online, i criteri di valutazione dei progetti, le tempistiche per la presentazione delle domande e le modalità di erogazione dei fondi. Il Ministro Foti ha evidenziato l’importanza dell’investimento: “Il Governo Meloni ha stanziato 800 milioni di euro per promuovere l’inclusione attiva, di cui 700 milioni provengono dal Fondo Sociale Europeo Plus e 100 milioni sono risorse del Pnrr”.

Il momento di agire è adesso

Mentre si attende la pubblicazione ufficiale del decreto e l’apertura dei bandi, questo rappresenta il momento ideale per perfezionare il proprio progetto imprenditoriale e prepararsi al meglio per cogliere l’opportunità. La domanda “quando parte Resto al Sud 2.0” ha finalmente una risposta concreta: l’iter è iniziato e ora è il momento di agire per farsi trovare pronti. Il business plan diventa l’elemento centrale della candidatura e deve dimostrare con chiarezza la solidità e sostenibilità del progetto, includendo analisi di mercato, strategie competitive e proiezioni finanziarie dettagliate.

Resto al Sud 2.0 e Autoimpiego Centro Nord Italia rappresentano molto più di semplici agevolazioni finanziarie: sono strumenti strategici per il rilancio dell’economia territoriale, la riduzione del divario Nord-Sud e la valorizzazione del capitale umano giovanile. L’ecosistema imprenditoriale italiano si prepara a una nuova stagione di crescita e innovazione, con il decreto firmato, le risorse disponibili e la sfida lanciata ai giovani imprenditori di dimostrare di essere pronti a raccogliere questa straordinaria opportunità per costruire il proprio futuro con il sostegno concreto delle istituzioni.

Non lasciare il successo al caso: la consulenza che fa la differenza

Il percorso per accedere a Resto al Sud 2.0 e Autoimpiego Centro Nord Italia, pur rappresentando un’opportunità straordinaria, è caratterizzato da una complessità procedurale e una competitività che richiedono la massima precisione e professionalità. Un business plan insufficientemente dettagliato, proiezioni finanziarie fragili o anche un semplice errore formale possono compromettere irrimediabilmente le possibilità di successo di un’idea potenzialmente vincente. In un contesto dove la posta in gioco è così alta e le risorse limitate, affidarsi al “fai da te” rappresenta un rischio che nessun aspirante imprenditore dovrebbe correre.

Per questo motivo, il supporto di consulenti specializzati non costituisce un costo aggiuntivo, ma l’investimento più strategico e intelligente per massimizzare le proprie chances di ottenere il finanziamento. La nostra esperienza consolidata nel settore delle agevolazioni pubbliche ci permette di offrire un primo colloquio di orientamento e pre-fattibilità completamente gratuito, durante il quale analizzeremo insieme le reali potenzialità della tua idea imprenditoriale e ti forniremo una roadmap chiara per trasformarla in un progetto finanziabile. Contattaci oggi stesso per prenotare la tua consulenza gratuita e compi il primo, decisivo passo verso la realizzazione della tua impresa finanziata.

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